Biorivitalizzazione viso: come funziona e perché è diversa da un filler tradizionale.
- Biomuse
- 21 apr
- Tempo di lettura: 3 min
La biorivitalizzazione viso è un trattamento medico‑estetico che mira a riattivare i meccanismi di idratazione e rigenerazione cutanea in modo naturale e graduale. Diversamente dai filler, che “riempiono” la pelle per restituirle volume, la biorivitalizzazione stimola i tessuti a produrre collagene ed elastina, rendendo il viso più luminoso, tonico e compatto nel rispetto della naturale espressività. Scopriamo insieme come funziona e in cosa si distingue dal filler tradizionale.

Cos’è la biorivitalizzazione e a chi è indicata
La biorivitalizzazione utilizza micro‑iniezioni di acido ialuronico a basso peso molecolare, integrato con vitamine, antiossidanti e amminoacidi, per:
Idratare in profondità il derma.
Stimolare la sintesi di collagene ed elastina.
Contrastare i danni da radicali liberi e micro‑infiammazioni.
Indicazioni principali: pelle spenta, disidrata, con pori dilatati o prime rughe sottili. Può essere effettuata a partire dai 30 anni come protocollo di prevenzione e rigenerazione.
Differenze tecniche tra biorivitalizzazione e filler
Dal punto di vista del prodotto, la biorivitalizzazione utilizza acido ialuronico a basso peso molecolare associato a nutrienti (vitamine, antiossidanti e amminoacidi), mentre il filler tradizionale si basa su acido ialuronico ad alto peso molecolare.
In termini di obiettivo, la biorivitalizzazione punta a rigenerare i tessuti e a un’idratazione profonda, stimolando la produzione di collagene ed elastina; il filler, invece, è pensato per correggere i volumi e riempire rughe e solchi.
I risultati riflettono questi diversi approcci: con la biorivitalizzazione si ottiene un miglioramento naturale e graduale della qualità della pelle, mentre con il filler l’effetto è immediato e spesso più marcato.
Anche la durata delle sedute varia: la biorivitalizzazione richiede in media 20–30 minuti, mentre un trattamento con filler dura circa 30–45 minuti.
Per quanto riguarda il recupero, dopo la biorivitalizzazione il downtime è praticamente inesistente, al massimo un lieve arrossamento che scompare in poche ore; con i filler possono comparire gonfiore e lividi, che si risolvono in 1–3 giorni.
Infine, la frequenza consigliata per la biorivitalizzazione è di una seduta ogni 3–4 settimane per un ciclo di 3–4 trattamenti, mentre per il filler è sufficiente 1–2 sedute all’anno, a seconda del prodotto utilizzato.
Se desideri un effetto “glow from within” e preservare la naturale morbidezza della pelle, la biorivitalizzazione è la scelta giusta; se invece cerchi un rimodellamento volumetrico, il filler è più indicato.
Step by step: il protocollo Biomuse
Visita preliminare
Valutazione della qualità cutanea
Analisi delle esigenze individuali (idratazione, texture, rughe).
Pianificazione del trattamento
Scelta del mix di acido ialuronico, vitamine (A, C, E) e fattori di crescita.
Definizione del numero di sedute
Esecuzione delle micro‑iniezioni
Punti di inoculazione distribuiti in base al tipo di inestetismo.
Post‑trattamento
Applicazione di gel lenitivo e protezione UV.
Consigli nutrizionali per potenziare l’effetto antiossidante (frutta rossa, semi di lino).
Follow‑up a 4 settimane per valutare i progressi e pianificare eventuali ritocchi.
La personalizzazione in ogni fase garantisce massima efficacia e comfort, minimizzando ogni possibile effetto collaterale.
Risultati attesi e tempi di recupero
Dopo la prima seduta: pelle più luminosa, lieve “effetto glow”.
A ciclo completo: aumento visibile di elasticità e compattezza, riduzione della grana irregolare.
Durata complessiva: 6–9 mesi, a seconda dell’età e stile di vita; consigliamo una seduta di mantenimento ogni 6 mesi.
Downtime: quasi inesistente; potresti notare un leggero arrossamento che scompare in poche ore.
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